SICILIA E CALABRIA, PONTE O TUNNEL: L’IMPORTANZA DEL METODO

Il collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria corrisponde al naturale completamento del corridoio Scandinavo-Mediterraneo che dovrà essere ultimato entro il 2030, così come tutti i corridoi CORE della rete TEN-T, cioè l’insieme di infrastrutture di trasporto integrate previste per sostenere il mercato unico, garantire la libera circolazione delle merci e delle persone e rafforzare la crescita, l’occupazione e la competitività dell’Unione Europea. Per anni si è ipotizzata e studiata la costruzione di un Ponte a campata unica di oltre 3 Km di lunghezza, in grado di fare circolare contemporaneamente treni e mezzi stradali. Ora però spunta l’idea di un nuovo progetto, ovvero quello di collegare la Calabria e la Sicilia mediante un tunnel. L’Ingegner Saccà, promotore dell’iniziativa, è infatti convinto che ciò permetterebbe di ottenere lo stesso risultato con il medesimo costo. Inoltre, è stata anche individuata la zona più idonea per realizzare l’opera, ovvero la cresta sottomarina immediatamente a sud della parte più stretta, su un tratto di acqua largo circa 3.500 metri, in cui la profondità è di 100-120 metri, e il fondale è formato principalmente da strati di ghiaia. Dal momento che attualmente esistono molti tunnel stradali e ferroviari di lunghezza superiore realizzati anche in zone sismiche attive, progettati per resistere a terremoti aventi intensità confrontabile con quello stimato come massimo per lo Stretto di Messina, il Governo ha dato mandato ai suoi tecnici di studiare la fattibilità dell’opera.

Qualsiasi sia la scelta, è comunque auspicabile che per la sua realizzazione venga adottata la procedura “Fast Track” utilizzata per il nuovo Ponte San Giorgio di Genova, alla cui costruzione CONTECO Check ha partecipato in veste di Organismo di Ispezione Indipendente per la verifica del Progetto Esecutivo. Tale procedura, infatti, permetterebbe la contemporaneità di molteplici attività di progettazione, controllo e realizzazione, consentendo così maggiore ottimizzazione dei tempi di realizzazione. Un’opera utile non soltanto al rilancio del Mezzogiorno, ma a quello dell’intera nazione e una grande opportunità di crescita che permetterebbe alla Sicilia di diventare la piattaforma logistica europea avanzata del Mediterraneo, rimettendo l’Italia al centro dei grandi traffici commerciali europei e mondiali.

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